Una scatola di cioccolatini

Prima di partire per Barcellona decisi che avrei corso. Un po’ per buttare giù lardo e un po’ per le endorfine che combattono la tristezza. E alla fine il risultato è stato all’altezza delle aspettative: un’ora di corsa cinque mattine a settimana, saltando quelle due in cui ha piovuto e quelle tra fine dicembre e fine gennaio perché avevo ospiti e poi faceva freddo.

Tsk, freddo. Se ci penso adesso quei 10 gradi, il clima secco e la vicinanza del mare erano una favola.

Comunque avevo deciso di correre anche prima di venire su in Inghilterra: ci ho messo un po’ di più a decidermi ma due settimane fa, complice l’inizio dell’estate — sì, lo so… — ho iniziato. Il clima inglese non è facilissimo: durante la prima settimana si partiva dai 15 gradi del mattino ai 30 del mezzogiorno, i 26 della sera e i 19 di mezzanotte.

Correre la sera mi stancava esageratamente, e poi faceva caldo, così ho provato a correre la mattina ed è andata meglio. Stamattina, per esempio, sono uscito che c’erano circa 14 gradi e un discreto vento che faceva precipitare la sensazione almeno a 12, ma nell’arco di un’ora è salita addirittura a 16 gradi. Di massima è arrivata a 18.

L’idea è di prenderla con più calma e infatti sto correndo ogni due giorni. Però l’idea è anche di non fermarsi se fa freddo, e quindi dovrò trovare una soluzione invernale dato che l’alba starà attorno alle otto del mattino e il tramonto attorno alle quattro del pomeriggio. Il problema vero però sarà la pioggia, perché finché piove d’estate è un conto, ma le piogge invernali sono meno intense ma più lunghe e… beh, più fredde. Quindi a chi tra voi corre: come fare? Accetto suggerimenti.

Nel frattempo la ricerca prosegue: mi sto istruendo sui videogiochi e su come trasformarli in strumenti educativi senza rischiare di cadere negli educational anni ’90 che a volte erano anche carini e non noiosi tipo quello lì a sinistra con cui ho giocato anch’io, ma altre volte erano veramente imbarazzanti, tipo quello a destra. La verità è che avrei mille idee potenziali ma nessuna su come metterle insieme, e quindi anche su questo accetto consigli.

Da ogni parte leggo che i giochi più adatti sarebbero gli strategici tipo Civilization, usato con successo per insegnare la storia [1], ma il mio target è 5-7 anni e quindi mi serve una cosa comprensibile e divertente per quell’età.

Tanto per coronare il periodo un po’ altalenante [2], tornando a casa mi è scivolato l’iPod [3] dalla custodia ed è caduto. Mi è caduto tante volte (almeno due) ma mai aveva preso lo spigolo del vetro nell’angolo in alto a sinistra. Risultato:

iPod touch 4g con vetro rotto

Ora, in condizioni normali sarei dispiaciuto e coglierei l’occasione per comprarmi un Androide. Purtroppo pago 79 euri l’anno per sviluppare e vendere sull’iTunes e quello lì era il mio device di testing. L’iPod in sè funziona, lo schermo è intatto, ma cambiare il vetro significa cambiare anche il display che ci è incollato insieme, e chi vende questa magica combo? Apple.

Mi dicono che i cinesi lo sanno fare ma preferisco spendere quel che di più e farlo fare a chi è in grado di farlo in modo che non sembri aggiustato, casomai mi servisse la garanzia.

Insomma. Meglio andare a dormire.

PS: chi trova il nesso tra il titolo e il post vince un “brrravissimo”.

  1. M. J. Dondlinger, “Educational Video Game Design: A Review of the Literature”, in Journal of Applied Educational Technology, 2007[]
  2. Eufemismi come se non ci fosse un domani…[]
  3. iPod touch quarta generazione, quello con lo schermo fottutamente monolitico che o lo prendi originale o cicca.[]

5 commenti

Tyrrel dice:

Correre + non sapere cosa aspettarsi (l’iPod che cade) = Forrest Gump?

Comunque ad Adi ci giocai pure io, “il genio della matematica”! Devo avercelo ancora da qualche parte. :D

Tyrrel dice:

Lol, c’ho azzeccato! :D
Su Adi io avevo l’edizione per PC, utilizzata su un 286 con scheda VGA. Che tempi!

Andrea dice:

uffi leggo solo ora..ma meritavo pure io brrravissimo..l’avevo colto già dalle prime righe..

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