Neanche sotto tortura

Ci sono delle cose che ho sempre pensato “mai in vita mia”. Una tra queste è Starbucks, perché si sa che il caffè fuori dall’Italia fa schifo.

In un deficit di caffeina congiunto con una certa sonnolenza post-pranzo in combo con un eccesso di curiosità, ho fatto il giro del Temple Expiatori e ho ordinato un “Espresso Doppio” e un “Muffin de Xocolato”.

Con mia grande sorpresa sono riuscito a godermi l’espresso amaro.

7 commenti

Marco dice:

A me di entrare in uno Starbucks è capito per la prima volta quest’anno: confesso che per un new-global come me (:-) è stato sconvolgente scoprire quanto fosse piacevole (sarà che fuori pioveva a dirotto ed eravamo stanchi morti) bere e mangiare qualcosa lì!

Vero, sarà la pioggia l’arma segreta di Starbucks? In effetti quella voltà lì pioveva anche qua :)

Poi vabbè, il locale qua è carino anche se un po’ piccolo. Stasera ci sono passato davanti e ho visto la fila e le salette piene -.-

Xa dice:

Bah, se ci si pensa è un po’ folle che una catena nata proprio per portare l’atmosfera “europea” dei caffé negli Usa poi abbia avuto così successo anche da noi.
Insomma, due Starbuck’s a Vienna all’inizio dovevano sembrare un sacrilegio (e ancora adesso mi sa che è roba da giovani e da turisti).

Se ha avuto tanto successo anche da noi, si vede che l’atmosfera europea la porta bene. Poi il fatto che uno Starbucks da noi sembri strano è solo per il fatto che è una catena americana che apparentemente sembra un caffè come tutti gli altri per la strada.

Poi oh, se fanno un buon caffè, secondo me si meritano il successo. Basta avere il buon gusto di non ordinare un Frappuccino, voglio dire :P Ci sono modi più intelligenti e gustosi per farsi del male :)

KarmArcania dice:

@Andrea: emh…cof cof…in effetti il frappuccino a Parigi in dicembre non è stata una buona idea! :S in mia difesa posso dire: beata ignoranza, non credevo fosse così ghiacciato! :D

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