Un mes més tard
Oggi sarebbe un mese che sono qui a Barcellona, quindi ho voluto fare un giro per i posti che mi hanno accolto il primo giorno, ma soprattutto avevo voglia di rivedere il mare, ché tra una cosa e l’altra era un bel po’ che non lo vedevo da vicino. Un mese fa c’erano nuvole e vento freddo, oggi era una bella giornata di timida primavera; solo ho pensato troppo tardi di levarmi le scarpe sulla spiaggia.
Barcellona è una città enorme, per me che vengo dalla radice cubica della provincia italica, che ti sa accogliere solo se vuoi farti accogliere, solo se passeggi per le strade tutti i giorni e la guardi dal basso verso l’alto — perché spesso in basso non c’è proprio niente da vedere, al limite qualche scorbutico catalano da evitare di travolgere.
Passo in silenzio nei luoghi dove vado, con la macchina fotografica in pugno e la ferma intenzione di sentirmi un po’ a casa e mi sembra di capire (perché il catalano non lo capisco ancora bene) che Barcellona abbia deciso i darmi una chance.