The next big thing

Allora, oggi c’era una sessione di ascolto con questionario circa la sintesi del cantato. Io ci volevo pure andare ma poi mi sono scordato, per fortuna che l’organizzatore, ad una certa ora, visto che non andava più nessuno, ha pensato di fare un giro per gli uffici.

Ora inizia la parte per chi sa cos’è un Lolcat, gli altri possono saltare oltre. In breve, alle 16 entro nello studio di registrazione, mi guardo in giro, non vedo nessuno, faccio per uscire e mi trovo dietro il tipo suddetto, alché di botto gli faccio “O HAI” e lui mi risponde “I MADE YOU A COOKIE”.

Vabè, non ha detto proprio così, comunque i biscotti c’erano davvero — lui me ne ha solo offerto uno — e io O HAI l’ho detto davvero, è che subito mi è sembrata assolutamente una scena da Lolcat. Fine della parentesi, veniamo alla parte interessante

La sessione di ascolto consisteva nell’ascoltare alcuni frammenti di cantato di cui non si sapeva a priori se era una voce vera o una voce sintetica realizzata con vari algoritmi allo stato dell’arte. Il questionario chiedeva di valutare alcuni parametri, tipo se comunicava emozioni, se era nasale, se si riteneva che il cantante fosse bravo eccetera. Ho un po’ di esperienza nell’ascoltare voci sintetiche, per cui mi è stato abbastanza facile individuarle — per dire, c’era quella simpatica e famosa sequenza di acuti [1] dell’aria della Regina della Notte che manda in crisi più di una cantante, e nel segmento che ho ascoltato erano riprodotti con una tale precisione e con un attacco troppo lento per essere una vera voce. Solo una mi ha mandato completamente in palla: il segmento con la voce vera era il successivo e quando me ne sono accorto (al confronto la differenza è sottile ma percepibile) sono rimasto letteralmente basito: il calore, la passione, le sfumature del flamenco e le imprecisioni delle voci non istruite proprio non sono facili da fingere.

Eppure, io ho l’impressione che ormai anche la East West Symphonic Orchestra sia superata e comincio a temere per la già cagionevole salute della qualità dell’industria musicale.

  1. Qui a 0:50.[]

2 commenti

A me basta che sulla copertina del CD sia indicato cosa è vero e cosa no, facendo nomi e cognomi dei vari sistemi usati. Il che renderebbe un minimo di onore agli sviluppatori…

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.