Di cause, conseguenze, e bavagli selettivi
Leggendo questo pezzo, e poi questo in cui la questione viene approfondita, mi sono fatto un’idea della questione.
Nel resto del mondo esistono una cautela e una deontologia professionale che regolano quali informazioni relative ai processi futuri e in corso vengono pubblicate, e in che modo. Stando ai due articoli del Post, che citano un articolo del Foglio in cui vengono citati giornalisti stranieri, in Italia ci sarebbe un’anomalia nella forma di abuso: tutto ciò che un mezzo di comunicazione ritiene lecito pubblicare per supportare la propria linea editoriale si pubblica, senza omissioni.
Ora è lampante che questo abuso reiterato e generalmente tollerato è servito da fulcro su cui fare leva per produrre la legge per cui tutti s’indignano di questi tempi, e che nemmeno a me, dopotutto, sembra una legge proprio sana. Ma il punto è un altro. Ed è ora grottescamente divertente vedere come chi ha perpetrato l’abuso ora si stracci le vesti pubblicamente per conseguenze facilmente prevedibili di cui egli stesso è causa.
Sisma dice:
Leggo solo ora… in realtà quell’articolo del Foglio è anche un po’ fuffa. È anche vero che in Italia le intercettazioni sono state pubblicate quando non dovevano… ma, per dire, della Carfagna che parlava di bocchini è stato scritto su giornali esteri prima che italiani. Sarà mica che da noi c’è più da pubblicare che altrove?
Andrea Franceschini dice:
Il punto resta: chiagne e fotte.
Anzi, in questo caso è il contrario.