Rotolando verso nord

Signore e signori, la foto più banale di sempre.

Dicono che la corsa sia lo sport più accessibile. Dicono che gli umani siano umani anche perché con due estremità corrono e con le altre due brandiscono lance e bastoni con cui dare le piste a puma e antilopi che di certo corrono più veloci di loro.

Io di certo so che non corro, al massimo rotolo, che comunque è un risultato, per uno grosso come me.

Dicono che correre fuori sia meglio che correre in palestra, su un tappeto. Non so se sia vero, ma a me piace di più. È più faticoso, c’è l’inquinamento. Per fortuna vivo vicino ad un bosco. «A me non piace correre, ci si fa male alle ginocchia, ci si storcono le caviglie, ci si rompono le gambe, preferisco nuotare»

Le mie ginocchia hanno perso la speranza da un po’, le mie caviglie avranno un monumento postumo di fianco alla mia tomba, i miei piedi – soprattutto il destro, che di recente mi ha regalato una gigantografia di un suo autoscatto intimo – mi chiedono con insistenza quando mi abbono a Netflix.

Ma d’altro canto a nuotare ti può venire un crampo, ed è un casino perché se vai sotto anneghi, mentre di lupi e orsi, di questi tempi, specie in città, è fatica trovarli.

Alla fine della giornata, quello che conta è cosa porti a casa: voi tenetevi il vostro smog, le vostre ossa intere, la vostra nicotina, io mi tengo le mie endorfine.

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