La Lauda di Francesco

A Vicenza fanno, da tre anni a questa parte, il festival biblico – che io spero essere un po’ più serio dell’immagine che questo nome mi evoca, di cardinali, vescovi e prelati varii in tunicone che cantano e danzano nelle navate centrali delle grandi cattedrali, circondati da pubblico adorante, festoni, coriandoli luci e disco music, convinti di partecipare ad un musical dei seventies.

No, dev’essere una cosa molto più noiosa. Ma di fatto, quest’anno, a chiusura della kermesse teologica, hanno chiamato Angelo Branduardi ad intrattenere la platea nella suggestiva cornice del Piazzale della Vittoria, antistante la chiesa di Santa Maria di Monte Berico. E il buon menestrello ha ben pensato di proporre un sintetico ma intenso abstract dalla sua Lauda di Francesco. Niente coreografie, niente effetti speciali come l’opera richiederebbe – forse i frati di Monte Berico non l’hanno ritenuto opportuno – ma solo un personaggio di grande sensibilità, umorismo ed autoironia che ha presentato la figura di Francesco d’Assisi, frate ed uomo.

Se un Dio esiste, ha certo un suo umorismo teatrale: la pioggia che infastidiva chi non s’era munito di ombrello si è placata per la durata dello spettacolo salvo riprendere nonappena alcuni porporati sono saliti sul palco per dare fiato alle trombe.

E no, “Alla fiera dell’est” non ci è stata risparmiata, ma in compenso l’abbiamo cantata tutti in coro.

3 commenti

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.