Centottantatre giorni

Tanti ne sono passati da quando chiedevo perdono il 31 dicembre 2014. Cose sono successe, tempo è volato, e zero ne ho avuto per dedicarmi ad altro che alla tesi – che è in via di completamento.

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Cose stanno succedendo, di cui parlerò se sarà il caso, ma per ora bocche cucite. Nel frattempo, stamattina ho lasciato l’appartamento a Milton Keynes, caricato i miei averi in macchina, e tra poco me ne vado a Londra per qualche giorno. l’11 riprenderò l’auto in fida compagnia e salperemo per il continente, in cui sarò fino a data da destinarsi – leggi: fino a quando trovo un lavoro, che potrebbe non essere nel continente.

Dice, in tre anni non hai niente da dire? No, ne ho anche troppe, ma non ho ancora avuto tempo di processarle e condensarle in testo, e poi sto comunque scrivendo a ritmo continuo da gennaio, quindi non è che mi venga tanta voglia di farlo anche fuori dall’ufficio. Anche se avessi tempo, dico, che non ho. Una cosa però la posso dire: l’esperienza in questi tre anni è stata massacrante, affascinante, terribile, e bellissima. Tornando indietro, lo rifarei? Sì, ma a patto di poter tornare indietro di 13 anni e fare scelte diverse e più mirate. Peccato che non si possa. Per ora. No spoiler :)

Sì, insomma. Mi sembrava brutto aver passato il sesto mese di silenzio, quindi ecco qua. Sono vivo e mi sto squagliando in Inghilterra. Tutto quello che vi dicono sul tempo inglese è vero, tranne durante l’estate, che è la miglior settimana dell’anno.

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