Awkwardness

Sono un paio di giorni che qua dentro stanno succedendo delle cose che per descriverle non ho trovato altra parola che “awkward” [1] e per cui devo aspettare che la gente esca per ridere. Ieri, per esempio, è arrivato questo tipo. Dall’accento del suo inglese si capiva che era spagnolo o italiano, e dato che parlava inglese con uno spagnolo, questo mi ha fatto sospettare fortemente per l’italiano. Insomma, discutevano della nuova postazione di lavoro di questo qui, che è proprio di fronte alla mia. Poi si sono messi a parlare del lavoro che doveva svolgere e io, per chissà che motivo, ho alzato ed abbassato gli occhi. Lo spagnolo s’è azzittito, ha fatto un segno e sono usciti di corsa nel salottino, lasciandomi lì basito…

Poco fa il detto personaggio, non lo spagnolo, è rientrato dalla pausa pranzo con un amico. Dato che sono solo nell’ufficio, il suo amico mi chiede in spagnolo se può mettersi nell’ultimo tavolo libero a lavorare. Gli dico di sì, che per me non c’è nessun problema, ringrazia e fa all’altro: “caffè?”. E in quella si mettono a discutere del fatto che la Lavazza giù non dà il resto, “vabbè, ma non c’è problema, ho novanta centesimi”, sussurrando e subitaneamente alzando la voce dopo aver varcato la soglia.

Io, sempre più basito, li ho seguiti con lo sguardo giù per le scale.

Domani vengo con un cartello: soy italiano y no soy ningun, por aquí. Magari smetto di far paura…

  1. Che poi, secondo me, è una parola bellissima in sè e per sè…[]

3 commenti

KarmArcania dice:

:D è che solitamente fulmini con lo sguardo anche non volendolo, in più sei grozzo per cui han fatto dos più dos…
porta una scatola di cioccolatini a forma di cuore con scritto “perdon Yo soy bueno,Yo no muerden” (sorry,google translate)

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